Zdzisław Beksiński

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Zdzisław Beksiński

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Nacque il 24 febbraio del 1929 a Sanok, piccolo centro situato nel sud-est della Polonia, nei pressi della catena dei Carpazi da una famiglia di imprenditori. Studiò dapprima economia, in seguito si diplomò in un liceo clandestino durante l’occupazione tedesca. Dopo la liberazione della Polonia, nel 1947, si iscrisse, secondo i voleri del padre, presso la facoltà di architettura a Cracovia.

Nel 1951 sposò Zofia Stankiewicz, nello stesso anno si laureò e divenne supervisore nei cantieri edili a Sanok, lavoro verso il quale provò una profonda avversione. Nel 1958 nacque il suo unico figlio, Tomasz.

Nel 1998 muore sua moglie Zofia Stankiewicz. Il giorno della vigilia di Natale del 1999 suo figlio Tomasz Beksinski, noto presentatore radiofonico e giornalista musicale, si toglie la vita.

Viene assassinato il 22 febbraio 2005, accoltellato diciannove volte dal figlio del suo maggiordomo.Iniziò a occuparsi di arte dal 1958 come fotografo, rivelandosi un artista innovatore, cosa non facile nell’austera Polonia comunista. Fin dalle sue prime foto emergono i tratti che in seguito diventeranno caratteristici delle sue tele. Fotografa uomini e donne col volto bendato, visi deturpati o cancellati con le tecniche del fotomontaggio, ampi paesaggi desolati, bambole mutilate. Pratica anche la scultura prediligendo l’utilizzo di plastica e metallo, trapassa blocchi di pietra con del cavo d’acciaio. Nel 1958, si tiene la sua prima mostra a Poznan.

Essendo un membro dell’Unione Artisti e Fotografi Polacchi prende parte, negli anni successivi, a numerose mostre, sia in Polonia sia all’estero. Questo suo primo periodo (1958-1965) viene dal lui stesso definito “periodo barocco”.

Nel corso degli anni sessanta abbandona la scultura e la fotografia e inizia a dipingere qualche opera minore. Nel 1971 comincia quello che lui stesso definirà il suo “periodo Gotico”, nel quale si dedica alla pittura ad olio su masonite.

La sua prima grande mostra risale al 1972 presso la galleria d’arte contemporanea di Varsavia, nel contempo si evidenziò il suo carattere molto schivo che lo portò a isolarsi dall’ambiente artistico.

Nel 1975 una giuria di critici d’arte nazionali lo definì il miglior artista dei primi trent’anni della Repubblica Popolare Polacca.

Tra le opere più famose e apprezzate del suo periodo gotico spicca quella dell’auto, dipinto acquistato da un privato e di cui non è facile reperire una riproduzione.

Negli ultimi anni della sua vita (1998-2005) si dedicò alla grafica digitale.

Dopo la morte della moglie e del suo unico figlio iniziò il periodo più nero della sua vita. Rimasto solo e caduto in depressione, si chiuse in casa, mentre le sue opere sono sempre più apprezzate in tutto il mondo. In particolare negli Stati Uniti e in Giappone, paese in cui conquista il primato di unico artista contemporaneo polacco inserito tra le prestigiose collezioni dell’Osaka Art Museum, e naturalmente nelle collezioni di musei polacchi e svedesi.Curiosità[modifica | modifica wikitesto]
Beksinski preferiva dipingere in piedi, su una tela appoggiata orizzontalmente su un tavolo.
Non ha mai dato un titolo alle sue opere.
Il suo sottofondo preferito è la musica classica.
L’ispirazione per i suoi quadri, come vuole la leggenda, gli sarebbe arrivata in seguito di un grave incidente automobilistico che lo avrebbe visto coinvolto nel 1970 in uno scontro con un treno, mentre attraversava in macchina un passaggio a livello non custodito, nel cuore della fredda campagna polacca. Se la cavò con tre settimane di coma e molti mesi di convalescenza. La sua grande forza d’animo e l’amore della sua famiglia lo aiutarono a superare le difficoltà e presto tornò ad essere l’uomo affabile di sempre, ma la sua arte non sarebbe mai più stata la stessa. Infatti l’artista afferma di aver visto l’Inferno, e di doverlo rappresentare per non impazzire.
Prima della partenza da Sanok a Varsavia nel 1977, Beksinski distrugge (dandogli fuoco), una selezione dei suoi dipinti considerati troppo personali o insoddisfacenti. Opere di cui non rimane nessuna traccia.
Suo figlio Tomasz era un grande fan della rock band inglese The Legendary Pink Dots e dopo la sua morte, avvenuta per suicidio nel 1999, Beksinski inizia a collaborare col gruppo, creando le copertine dell’edizione polacca di alcuni loro dischi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Zdzis%C5%82aw_Beksi%C5%84ski

Zdzisław Beksiński

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